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ETRA abbandona il porta-a-porta: un ritorno al passato che preoccupa

degrado - spazzatura in strada
Degrado spazzatura

Introduzione

In base a quanto previsto dalla Legge Regionale 52/2012, dalle norme nazionali e da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) viene istituito il Consiglio di Bacino Brenta. Il Consiglio di Bacino Brenta per i rifiuti regolamenta, affida e controlla a livello d’ambito ottimale sovracomunale il servizio di gestione dei rifiuti in 66 Comuni delle province di Vicenza e Padova [1].

Anche se l’azienda Etra è una SpA è a controllo pubblico ed i criteri secondo cui opera sono decisi dai sindaci [1]:

  • Regolamentazione e gestione unitaria ed integrata del servizio
  • Tariffazione unica in un’ottica di bacino
  • Consolidamento della tariffa puntuale corrispettiva
  • Riduzione e riutilizzo dei rifiuti urbani prodotti
  • Standard di servizio per macro-aree omogenee con attenzione alle specificità territoriali
  • Servizi mirati a parità di condizioni per le utenze non domestiche
  • Autosufficienza nel trattamento delle frazioni organiche e nel recupero dei materiali
  • Comunicazione personalizzati agli utenti
  • Digitalizzazione e integrazione delle banche dati
  • Vigilanza ambientale e contrasto all’abbandono dei rifiuti
“Standard di servizio per macro-aree omogenee con attenzione alle specificità territoriali”
= A tutti i cittadini (e le ditte) gli stessi servizi
= Se non tutti hanno il porta-a-porta viene tolto a chi lo ha già!

Fine porta-a-porta

Etra ha mandato una lettera [3] che diceva: “Entro l’inizio di settembre verrà posizionata nei pressi della sua abitazione un’isola ecologica multiutenza con nuove attrezzature disponibili H24 per il conferimento di Secco residuo e di tutti i rifiuti riciclabili, perciò non sarà necessario ritirare alcun contenitore personale, né seguire un calendario di raccolta”.

In parole semplici: il porta-a-porta verrà eliminato e sostituito da un’isola ecologica condivisa.

La raccolta dei rifiuti porta-a-porta è meglio

Che il porta-a-porta dia risultati migliori lo dice l’ISPRA [2], non è una fonte opinabile.


In Italia nel 2024 la raccolta differenziata è stata col porta-a-porta del 78,8% mentre (prossimità + stradale) del 21,2%: dal documento Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2024 la tabella 2.25 dice chiaramente:


Rispetto al dato di popolazione residentepercentuale
Macroareaporta a portaprossimitàstradalepop. campione su pop. totale
NORD77,6%1,3%21,1%77%
CENTRO64,7%0,4%34,9%92%
SUD89,2%1,5%9,3%86%
ITALIA78,8%1,1%20,1%83%
Fonte: ISPRA



In Italia nel 2024 la raccolta differenziata è stata col porta-a-porta del 78,8% mentre (prossimità + stradale) del 21,2%

Marostica sta per fare un gigantesco passo indietro!

Ad oggi, nessuna istituzione ha assunto la responsabilità pubblica di questa decisione; è stata inviata una PEC ad Etra, al Comune di Marostica, al Consiglio di Bacino Brenta per i rifiuti: nessuno ha risposto. L’assessore all’ambiente del Comune di Marostica ha telefonato dicendo che attendeva notizie da Etra per rispondere.

Le criticità delle isole ecologiche

Le isole ecologiche prevedono punti fissi per il conferimento dei rifiuti, spesso accessibili con badge elettronici. Ma in molti comuni dove sono state adottate, hanno portato con sé una serie di criticità ben note:

  • aumento dell’abbandono selvaggio dei rifiuti;
  • difficoltà per anziani e persone con disabilità;
  • rischi igienico-sanitari;
  • peggioramento del paesaggio urbano;
  • calo della raccolta differenziata di qualità.

Chi inquina paga

“Il rifiuto Secco residuo potrà essere conferito nelle attrezzature della nuova isola ecologica, accessibili utilizzando l’Eco tessera abbinata all’utenza. Il dispositivo permette di registrare il numero di svuotamenti e quindi la quantità di rifiuto prodotta. In questo modo sarà possibile realizzare una tariffa sempre più commisurata alla produzione di rifiuti in linea con quanto previsto dalla normativa in vigore.”

Ovviamente è meglio del vecchissimo criterio dei metri quadri ed abitanti, ma, vista l’odierna tecnologia, ci si poteva aspettare un controllo migliore per avere un importo più puntuale. Già anni fa la ditta Contarina (Preganziol) usava il furgoncino del porta-a-porta, caricava il bidone, lo pesava, lo svuotava e lo ripesava; chiaramente la differenza fra le due pesate era l’esatto peso di ciò che era stato prelevato.

Gli incontri con la cittadinanza

Le spiegazioni per cercare una motivazione fornite nei disorganizzati (cittadini restati in strada per mancanza di spazio) incontri pubblici erano imbarazzanti: “ci sono cittadini non riescono a gestire i bidoni in casa”, “in certi luoghi mettendo i bidoni fuori casa si ostruisce il passaggio ai pedoni”, … motivazioni che sembravano più scuse che spiegazioni tecniche.

Conclusione

Dove finiremo con la raccolta differenziata?

Non è solo un problema tecnico, ma culturale

  • Il porta-a-porta educa, responsabilizza;
  • I cassonetti disincentivano il comportamento corretto, creano anonimato e degrado.

In sostanza, si rischia di tornare a un sistema più scomodo, meno efficace e più esposto al degrado, dopo anni di sforzi per costruire buone pratiche con il porta-a-porta.

Marostica oggi è all’83%! Ma fra 10 anni?

Chiediamo alle istituzioni di fermarsi, ascoltare e ripensare questa scelta. È ancora possibile intervenire.

Il futuro del nostro territorio non può essere deciso solo da logiche aziendali o burocratiche.
Le comunità hanno diritto a servizi che funzionano, ma anche a essere ascoltate.
Chiedere trasparenza non è un capriccio, è un dovere civico.

Per scrivere PEC, qui trovi i riferimenti utili:

  1. Consiglio di Bacino Brenta per i rifiuti | Chi Siamo
    https://www.consigliobrentarifiuti.it/ae02279/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/1
  2. ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2024
    https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2024
    in particolare il file PDF
    https://www.isprambiente.gov.it/resolveuid/33a76af7ca7d4bd39d229cbab0ac810b
  3. lettera Etra
    https://www.munerotto.it/wp-content/uploads/2025/08/250722-ETRA-porta-a-porta-noname.pdf
solo uno

Ne resterà solo uno

Si assiste sempre più frequentemente a banche che comprano altre banche, aziende che invece di crearsi una linea per un mercato in cui non operano comprano un’altra ditta che già c’è.

Solo desiderio di essere più grandi, guadagnare di più?

Forse.

O forse si va verso “tutto è mio”.

Le regole del libero mercato senza freni o regole portano ad una società dell’accumulo in cui viviamo dove l’importante sono i pochi che hanno molto e che vogliono avere sempre di più. Le aggregazioni non sono solo economiche ma si allargano in tutti i settori: dal gigante economico/finanziario fino al più piccolo negozietto (non ci sono più le botteghette, sostituite dai punti di qualche grande catena).

Esempi di accentramento

Alimentare

L’infografica è di Oxfam del 2013: i marchi potrebbero non essere attuali, ma è ancora rappresentativa della situazione attuale: un pugno di aziende governa l’alimentare


Dal PDF alla pagina

Automotive

Lo stesso principio vale per il settore degli autoveicoli:

Dalla pagina

Finanza

Ovviamente un comportamento simile è presente nel settore finanziario.

Wikipedia alle pagine BlackRock Vanguard State_Street, ci dice che solo tre aziende gestiscono patrimoni per

  • Black Rock: oltre 4000 miliardi di dollari
  • Vanguard: 5.100 miliardi di dollari
  • State Street: 3.120 miliardi di dollari

Queste aziende sono una cosa sola perché o si posseggono a vicenda o condividono gli stessi consiglieri.

Insieme gestiscono un patrimonio che supera 12.000 miliardi di dollari.

Cifra da capogiro? Per un confronto il PIL italiano (tutta la ricchezza prodotta in un anno) è pari a circa 1.700 miliardi di dollari

Considerazioni:

  1. 1.700 miliardi … e stiamo parlando d’Italia, un paese del G7, eppure è un microbo rispetto alle cifre in gioco: imprese private sono più importanti degli Stati (che sono spesso i rappresentanti dei propri cittadini);
  2. su wikipedia leggiamo che solo in Italia Black Rock ha partecipazioni in
    • Banco Popolare – 6,851%
    • Unicredit – 4,999%
    • Rai Way – 5,28%
    • Banca Popolare di Milano – 5,149%
    • Azimut Holding – 5,004%
    • Intesa Sanpaolo – 5,004%
    • Telecom Italia – 6% tra azioni e derivati al 10-02-2015, secondo quanto dichiarato alla SEC (in passato fino al 10%, poi sceso al 2%)
    • Atlantia – 5,020%
    • Fiat S.p.A. – 2,83% (capitale volante)
    • Assicurazioni Generali – 2,8%

Cioè BlackRock possiede mezza Italia, inoltre State Street nel 2010 compra un ramo di Intesa Sanpaolo e nel 2012 acquisisce anche il ramo gestione titoli di Goldman Sachs che, sua volta, ha interessi in Italia.

Perché?

Le motivazioni del comportamento di accentramento trovano due risposte:

  1. complottiste
    Una élite di ricchi vuole una plutocrazia mondiale, con una ingordigia senza fine che continua a crescere finché avrà anche il possesso dell’aria (già adesso l’acqua non è un diritto ma un bisogno);
  2. economiche
    Chi ha la dirigenza dell’azienda ha ben chiaro cosa fare: soldi!
    Se gli introiti aumentano –non importa come– i possessori di azioni riceveranno maggiori dividendi e saranno contenti conduzione della dirigenza che avrà aumenti o potrà far carriera.

Motivazioni complottiste fanno uso anche delle leve dell’economia pertanto è sufficiente uno sguardo a quest’aspetto senza approfondire altro (tipo che abbiamo già avuto tre Presidenti del Consiglio che hanno lavorato per Goldman Sachs e che due non erano nemmeno stati eletti, la banca privata BCE (cioè l’1%) con una lettera di Draghi e Trichet ha esautorato un Presidente del Consiglio eletto dagli italiani, …)

La riduzioni dei costi ha molte forme: lavoratori, materie prime, ambiente, sicurezza, processi produttivi, … (Esempio: la sicurezza dei lavoratori costa; non attuare protezioni fa risparmiare; gli utili saranno maggiori). Ci dedichiamo solo al fruitore dei beni o dei servizi: i consumatori.

Consumatori e azionisti

Il metodo più semplice è quello di vendere di più, ovviamente. Per ottenerlo servono più consumatori, sottraendoli ad altre aziende o convincendoli ad acquistare (marketing), o anche a riacquistare (obsolescenza) oppure aprendo nuovi mercati in cui prima non si operava (vendite).

Una scorciatoia consiste nel ‘comprare’ i consumatori di un’altra azienda.

I metodi sono due: fusione ed incorporazione.

Fusione

La ditta A acquisisce il controllo della ditta B:

La ditta A e la ditta B operano come fossero distinte ma A ha anche tutti i clienti di B. Può essere palese oppure occulto: capita che non si possa sapere la proprietà di una società perché si arriva solo ad un opaco ufficio di commercialista in qualche paradiso fiscale.

Esempio di azienda che ha mantenuto il proprio marchio: benché sia di Volkswagen il marchio Audi è sul mercato

Incorporazione

La ditta A compra la ditta B e la sparire oppure A fa fallire B.

Ad esempio la grande distribuzione che può tenere aperti i suoi punti vendita anche di domenica fa sparire i negozietti di quartiere il cui gestore / proprietario è anche l’unico dipendente e non può mai permettersi una pausa.

I clienti di B diventano clienti di A; la ditta A avrà molti più consumatori.

Conclusioni

Come detto l’importante è aumentare i dividendi. Non c’è etica. Se si licenzia personale per ridurre le spese, ben venga: la ditta avrà meno costi; se si fanno smaltire i rifiuti tossici da una ditta di oscuri personaggi perché si spende meno, ben venga: la ditta avrà meno costi; se si usano pesticidi che inquinano aria ed acqua per coltivare ortaggi e frutta per i ricchi consumatori a 3 mila km più in là inquinando l’ambiente ed assetando le popolazioni locali, ben venga: la ditta avrà meno costi; l’importante è che si spenda meno. Tutto è solo una variabile economica.

Nella serie TV Incorporeted, mai mandata in onda in Italia, in futuro distopico “In assenza di un governo efficace, potenti multinazionali sono diventate di fatto dei governi [in ndr] aree di controllo chiamate Green Zones. I restanti territori sono chiamati Zone Rosse, dove la governance è debole o inesistente.”

Si è appreso da notizie filtrate per caso ogni tanto nei TG degli ultimi anni che aziende private hanno security, servizi di intelligence, e che stati sovrani richiedono servizi a mercenari o puntano alla sanità privata.

Le aggregazioni sono solo un sintomo: la supremazia della concentrazione privata rispetto al singolo che si aggrega in concentrazioni che si autogovernano.

Il futuro descritto dalla serie non così distopico, è solo l’anticipazione del futuro che verrà: che abbia un nome direttamente derivato da quello di un’azienda o che si chiami governo mondiale, non sarà qualcosa degli abitanti per gli abitanti.

Ne resterà solo uno.

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Il rimedio è la pov… sobrietà

Ho_ergo_sum

L’articolo apparve il 30 giugno 1974, ed è straordinario; risente dei suoi 40 anni ma con poche modifiche lessicali dice le cose che ripetiamo tutti i giorni.

Questa è una modifica di un articolo di Goffredo Parise tratto dalla rubrica che lo scrittore tenne sul “Corriere della sera” dal 1974 al 1975 (la versione originale si può leggere all’indirizzo). Si trova nell’antologia “Dobbiamo disobbedire”, a cura di Silvio Perrella, edita da Adelphi. Questo articolo apparve il 30 giugno 1974.
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