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Casus Belli e Autodifesa


Le difficoltà personali del Presidente israeliano hanno spinto il patto con l’ultra destra: sostegno politico a Netanyahu in cambio delle attività anti-Arabi. Per giustificare l’aggressione di fronte all’opinione pubblica interna e internazionale serviva una motivazione: Il 7 ottobre.

Premessa

Casus belli

Definizione

Un Casus belli è chiaramente definito dall’enciclopedia Treccani:

locuz. lat. («caso di guerra»), usata in ital. come s. m. – Evento o circostanza che provoca, o può offrire il pretesto per provocare, la guerra fra due stati; per estens., litigio, contrasto tra singole persone o gruppi di persone per motivi di poco conto: non ne facciamo un casus belli

[ https://www.treccani.it/vocabolario/casus-belli/ ]

Cioè è un pretesto per giustificare una azione di forza nei confronti dell’assetto sociale esistente tocca il culmine nella celebre favola del lupo e dell’agnello, che insegna come il più forte trovi sempre il modo di legalizzare la propria posizione di predominio fisico e forza.

La favola del lupo e dell’agnello

Il più classico degli esempi è la favola di scrittore Greco antico Esopo il lupo e l’agnello:

Un lupo vide un agnello che beveva ad un torrente, sotto di lui, e gli venne voglia di mangiarselo. Così, gli disse che bevendo, sporcava la sua acqua e che non riusciva nemmeno a bere.

«Ma tu sei a monte ed io a valle, è impossibile che bevendo al torrente io sporchi l’acqua che scorre sopra di me!» rispose l’agnello. Venuta meno quella scusa, il lupo ne inventò un’altra: «Tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre, povera anima».

E l’agnello, di nuovo, gli rispose che l’anno prima non era ancora nato, dunque non poteva aver insultato nessuno.

«Sei bravo a inventare delle scuse per tutto» gli disse il lupo, poi saltò addosso al povero agnellino e lo mangiò.

[ https://portalebambini.it/storie-lupo-agnello/ ]

La morale è chiara. Contro chi è malvagio, il buonsenso non basta a difendersi.

Il clima che c’era dentro ad Israele

Dal 2021

Netanyahu era davanti i giudici a Gerusalemme per corruzione, frode e abuso di potere

Articolo di euronews del 2021/02/08

Lui [Netanyahu ndr] che per anni ha chiamato gli arabi israeliani “collaboratori del terrorismo palestinese”, che li ha definiti una minaccia per l’esistenza di Israele, nell’ultima campagna elettorale ha invitato un leader arabo musulmano a far parte di una coalizione di governo. Un passo che ha infranto un tabù nella politica della destra e del centro del Paese. Disperato per i suoi guai giudiziari, Netanyahu ha sdoganato un partito che pochi mesi fa considerava ostile e pericoloso. […]

Articolo del Il fatto quotidiano del 05/06/2021

Le proteste vivaci degli israeliani contro la riforma della giustizia si intrecciano, nei resoconti giornalistici, alle cronache delle violenze dei militari israeliani in Cisgiordania: è un caso? O c’è una regia precisa? 

I disordini e le operazioni in Cisgiordania servono a distrarre l’attenzione dai lavori del governo, impegnato a portare a casa la contestata riforma? 

“Le due cose non si intersecano, almeno per il momento forse accadrà più in là”, sgombra il campo da ogni dubbio, Tramballi […]; “Sicuramente il governo Netanyahu non intende distrarre così l’attenzione pubblica (interna e internazionale) dai suoi progetti, se avesse veramente in animo un piano simile organizzerebbe qualcosa di diverso, parlando di pericolo iraniano, per esempio”

“Detto più semplicemente, Netanyahu è sceso a patti con l’ultradestra israeliana, facendola entrare al governo, ottenendo in cambio il sostegno alla riforma giudiziaria che metterà fine ai suoi guai giudiziari”, ancora Tramballi.[…]

“L’altro rischio, non meno insidioso – continua Tramballi – che fa passare quasi in secondo piano gli affari personali di Netanyahu, è la corsa dell’ultradestra ortodossa da un lato e dei nazionalisti dall’altro”.

Articolo di Euronews del 22/03/2023

Dopo decenni di marginalità e di condanne bipartisan, il nazionalismo etnico e razzista è arrivato al potere sfruttando la crisi del laburismo, e la cinica e tragica strategia dell’attuale premier

L’unica parte della riforma a essere già stata approvata in via definitiva è una legge che impedisce al procuratore generale (che nel sistema israeliano è una figura indipendente, pur essendo nominato dal governo) di dichiarare «inadeguato» un primo ministro in carica nel caso in cui violi lo stato di diritto o non possa proseguire nel suo mandato per ragioni psicologiche o fisiche. Netanyahu sta affrontando attualmente tre diversi processi per corruzione, e nel 2020 aveva fatto un accordo con il procuratore generale e con la Corte suprema in cui prometteva che da primo ministro non avrebbe interferito sull’andamento dei suoi processi. Dopo l’approvazione della legge, Netanyahu non potrà più essere rimosso anche se violerà palesemente questo accordo, come sembra voler fare.

«Stiamo conquistando la terra d’Israele. Stiamo liberando Gaza. Stiamo colonizzando Gaza. Non abbiamo paura della parola occupazione». L’autodefinitosi «fascista» Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze, rivendica a gran voce quello che Netanyahu copre ipocritamente: il progetto strategico di questo disastroso governo è annettere a Israele Gaza e la Cisgiordania, nel nome della Bibbia, e lo scopo precipuo delle operazioni militari è indurre col terrore la fuga all’estero dei palestinesi. Questo gridavano lunedì scorso migliaia di giovani seguaci del ministro Itamar Ben Gvir, mentre menavano gli arabi nel centro di Gerusalemme urlando «Morte all’arabo! Nachba, nachba!» durante una manifestazione che celebrava la conquista di Gerusalemme nel 1948 e l’esodo forzato dei palestinesi.

Articolo de l’inkiesta | Così Netanyahu ha regalato la guida di Israele alla destra suprematista

Il gabinetto di guerra

Il 12 ottobre la Knesset -il parlamento israeliano- ha modificato la composizione del governo per far posto al gabinetto di guerra.
L’accordo includeva anche la sospensione da parte di Netanyahu e Gantz di ogni legge non-di-guerra e di non-emergenza.
Wikipedia | La risposta di Israele all’attecco del 7 Ottobre

L’attacco era imprevedibile

Controllo fisico capillare del territorio

I “check-point” sono più di un posto di blocco: oltre ai documenti possono venire controllate le impronte digitali. Oltre a quelli fissi esistono i “flying check-point” ossia dei posti di controllo mobili che vengono spostati da un luogo all’altro in momenti non preventivati. Il loro numero è incerto dipende chi e come li conta Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) ha detto che erano 522 e quasi altrettanti di mobili (quindi circa mille); l’IDF (cioè l’esercito) ha detto che erano circa una trentina più quelli mobili (“secondo la questura i manifestanti invece erano…”).

Per capire di che si tratta va letto questo breve articolo “Waiting for Gaza: 2023. 2009, 2005, 1998: una storia senza tempo”.

Quello che ne risulta è che c’è un controllo minuzioso del territorio.

Cercapersone

Un saggio della penetrazione delle organizzazioni di sorveglianza e difesa di Israele è la vicenda che coinvolge il Mossad (wikipedia: agenzia spionaggio) ed i cercapersone.

Hezbollah acquista una partita di cercapersone da Taiwan, i servizi israeliani intercettano i dispositivi e aggiungono esplosivo che può essere attivato a distanza il 18/09/2024 li fa esplodere: Rainews | Il New York Times: “Ecco come il Mossad ha organizzato gli attentati”

Questa operazione dimostra due cose: 1) che le operazioni vengono pianificate con larghissimo anticipo; 2) le conoscenze sono radicatissime, tutti sorvegliati.

Intercettazioni e finanziamenti

In questo articolo pubblicato in un blog del Fatto Quotidiano viene detto che “
La Tv israeliana Canale 12 ha rivelato che i vertici dello spionaggio a Tel Aviv ricevettero ripetuti e molto dettagliati avvertimenti [già da luglio ndr]

In questo articolo del Corriere della Sera si legge che i sistemi usati dai terroristi erano: esplosivi, bulldozer, pick-up, Kalashnikov, mitragliatrici, mine, mine anticarro, granate, moto, deltaplani a motore, razzi.

In quest’altro articolo di RAINews si legge che i terroristi erano circa 1500.

Sommando queste nozioni non è credibile che l’attacco fosse imprevisto.

Il direttore dello Shin Bet (il servizio segreto interno d’Israele) è stato licenziato a marzo dal primo ministro Netanyahu; il provvedimento era stato sospeso dalla Corte Suprema in attesa di valutare il caso, quindi il direttore era stato temporaneamente reintegrato. Senza attendere la pronuncia della Corte il direttore, Ronen Bar, si è dimesso il 15 giugno. Il capro espiatorio. Ronen Bar si è accollato la colpa ma non è andata così!

Prima di concludere unendo i puntini si deve conoscere cosa si intende con “direttiva Annibale”: nella pagina di Wikipedia “Secondo la direttiva, una volta avvenuta la dichiarazione da parte di un ufficiale sul campo, le forze israeliane dovrebbero aprire il fuoco sulle forze nemiche che portano via un prigioniero dell’IDF. I veicoli sospettati di rimuovere un tale prigioniero dal campo di battaglia potrebbero quindi essere attaccati, anche con il rischio di ferire, o addirittura uccidere, il rapito stesso. Secondo alcune interpretazioni, ciò include anche il lancio di missili da elicotteri d’attacco o il lancio di proiettili di carri armati contro veicoli sospettati di fuga”.

Come detto, è accertato, ed è accettato dagli stessi israeliani, che l’attacco era prevedibile. Il motivo che non sia stato fermato per tempo non è per sottovalutazione del rischio ma lo si è lasciato accadere volutamente.

Gente che può aver creato la “direttiva Annibale” si può far scrupolo di 2000 vittime pur di ripulire Gaza dagli arabi?

L’attacco è stato lasciato avvenire da Netanyahu perché per essere libero dai guai giudiziari doveva essere in guerra e gli serviva un pretesto. Inoltre ha un debito politico: il suo governo (grazie al quale non viene processato e resta al potere) sta in piedi grazie ai partiti di estrema destra e ultra ortodossi.